Facciamo un viaggio nel tempo: è il 1490 e dall’incontro con Francesco di Giorgio Martini (visitate la regione Marche per rintracciare la sua intelligenza costruttiva) scaturisce una delle evoluzioni neuronali più felici di Leonardo da Vinci.

Chi si ricorda l’uomo vitruviano? Si, quello “chiuso” in un quadrato e in un cerchio…o forse – in tempi di realtà aumentata – potremmo pensare…in un cubo e in una sfera!
Nel testo vitruviano e nel riscontro effettuato da Leonardo stesso, sono riportate le proporzioni del corpo nelle due dimensioni. Ma…e il respiro? Beh…proviamo a fantasticare un pò!
Tracciando a partire dal nostro ombelico – centimetro più, centimetro meno – una sfera di un metro intorno al nostro corpo, ci troveremmo nella condizione dell’uomo vitruviano. Cosa racchiuderebbe la sfera? Più o meno il volume d’aria che passa attraverso i nostri polmoni in un’ora di respirazione in attività ordinaria (circa 4 metri cubi). Ecco quindi a nostra disposizione uno strumento per misurare la salubrità dell’aria degli ambienti chiusi: “a occhio” immaginando le sfere intorno alle persone…Oppure “scientificamente” calcolando il volume della stanza, contando il numero delle persone, le ore di permanenza: eccoci pronti a capire quanta parte della frazione umida del respiro – che è il vettore su cui viaggiano virus e batteri – stiamo condividendo con gli altri.
Torniamo al 2020 e ci troviamo la mascherina sul naso. La mascherina trattiene circa il 90% della frazione umida del respiro, quindi 10 persone con la mascherina determinano nell’ambiente la stessa quantità di particelle umide di una persona senza mascherina.
Nel 2021 applichiamo il vaccino anticovid: le persone immunizzate pur potendo portare comunque con sè l’infezione, possono essere infette e asintomatiche per circa il 10% del loro respiro, dopo di che entrano in funzione le difese immunitarie che “spengono” l’infezione. Le persone non immunizzate/non tamponate possono essere asintomatiche anche con infezione in atto del 40-60% non avendo “fine corsa” attivi.
Ecco quindi il perchè dei certificati verdi: per garantire – in quelle situazioni in cui è possibile “condividere il respiro” di terzi – che la concentrazione di particelle infette in aria sia sotto alla soglia contagiante. In genere questa condizione è  garantita da un uso corretto continuativo della mascherina contestualmente alla distanza. Infatti i certificati si usano dove le due condizioni non possono essere mantenute (ambienti chiusi senza mascherina, luoghi affollati anche se all’aperto).
Nella prospettiva di una progressiva eliminazione della propagazione, la persona immunizzata non può comunque condividere senza mascherina gli ambienti con le persone non immunizzate perchè potrebbe farsi carico di quella carica infettante in più che potrebbe determinare il contagio e quindi ulteriore trasmissione dell’infezione.
Ecco quindi anche il perchè del paradosso per cui “il barista” (solo per fare un esempio) non è altrettanto tenuto al possesso del certificato verde: in quanto l’esercente e collaboratori sono comunque vincolati dai protocolli per gli ambienti di lavoro a mantenere la mascherina.
Cosa farebbe oggi Leonardo? Forse il barista…forse il creatore di ricette miracolose…o forse l’educatore di uomini vitruviani! Si: farebbe l’educatore. Compito controcorrente per persone libere dai mantra sociali.
Ecco…è ancora il 1490, l’uomo vitruviano torna nel suo piano rassicurante, nel suo cerchio, nel suo quadrato. L’uomo del 2021 deve inventarsi ogni giorno strumenti che gli facciano rispettare i limiti. Forse non ha capito la dimensione di un metro…o incredibilmente ha perso l’ombelico!

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